8 maggio 2020: la data più brutta della mia vita, quando la mia mamma è volata via.
l'unica cosa che mi consola è che ora è di nuovo insieme al babbo, ecco una delle loro foto insieme che più amo
qui quello che ho scritto su face il giorno stesso ed un anno dopo.
perchè metto questo post? non lo so! forse per rileggermi ogni tanto il dolore di non averli con me ma anche la gioia di averli avuti....
godetevi i vostri genitori più possibile, non abbiate paura di dire un "ti voglio bene", di dare un bacio od un abbraccio...
08/05/2020
Ora sono di nuovo insieme e felici per sempre...
La mia mamma non è più con me. Un dolore che descriverei come una voragine incolmabile. Lei che ormai era la mia bambina, ruoli totalmente ribaltati, tanto che mi chiamava mamma.
Non accetto la morte, non mi riesce. La perdita di una persona cara è devastante e ci si porta dentro. Per sempre. Passerà il tempo, imparerò a conviverci. Ma il non poterla più avere vicino, parlarle, confidarmi, abbracciarla, coccolarla, baciarla, avere cura di lei, creerà un vuoto enorme e un senso di solitudine immenso che solo a pensarci fa impazzire e che sarà incolmabile.
Godetevi i vostri genitori più che potete, trovate del tempo per loro. Che poi non é solo per loro, è anche per noi.
Non lasciate insoluti, non abbiate paura di dire un "ti voglio bene", poi non potrete più farlo.
Trovate il tempo per del tempo con loro.
Ha sempre pregato di morire a Maggio, il mese della Madonna. Piccina, almeno questa soddisfazione l'ha avuta.
Ha avuto una vita difficile, nonostante tutte le difficoltà la sua priorità siamo stati io e mio fratello. Ci ha cresciuto con amore infinito, ha annullato la sua vita di donna per dedicarsi a noi, si è rimboccata le maniche dopo la morte del babbo, era giovane lei ed eravamo piccoli noi.
Ho nel cuore le parole di un caro amico di famiglia, di fatto lui e la moglie per me sono più che degli zii, tempo fa mi scrisse questo, quadro perfetto di ciò che la mia mamma ha fatto, che è stata: "Per noi la dolcissima Anna d'un tempo resta un ricordo incancellabile di ragazza sacrificata dalla vita, eppure sempre gentile e disponibile che mai trasferì le sue pene su spalle altrui. Siete stati, voi due figli, ad essere la sua consolazione e continuate ad esserlo finché la sorte vorrà.."
Da qualche mese era in una RSA dove abbiamo trovato una famiglia, dove ha ritrovato energia, il sorriso e dove l'hanno curata con tanto amore. Tanta professionalità ma accompagnata da AMORE, questo fa la differenza, tanta differenza. E mi consola della sofferenza che è stata prendere la decisione di trasferirla li. Dopo poco ho capito che è stata la decisione giusta con rinascita per lei e per noi.
Ora, oltre alla voragine di dolore, sono molto -scusate la parola- incazzata. Incazzata con la situazione di questo periodo che non mi ha consentito di starle vicino come eravamo abituate. Da domenica 8 marzo, giustamente, non sono più potuta andare a trovarla per salvaguardare la salute di tutti gli ospiti. E, comunque, sono contenta che sia stata fatta questa cosa che ha salvato dal Covid lei e gli altri.
Solo giovedì scorso la gioia enorme di averla potuta salutare a distanza dalla finestra, stava bene. E da domenica un precipizio, corsa in ospedale. Lì ci hanno consentito di entrare un attimo l'altro giorno per salutarla e ieri, per fortuna, sono potuta tornare ed ho passato quattro ore con lei, me la sono coccolata quasi come un tempo e le ho detto tante cose, le ho fatto andar via quello sguardo di paura che aveva negli occhi.
Le ho fatto sentire per telefono mio fratello e le rospe. Le ho fatto vedere video e foto dei rospi tutti, l'ho baciata da parte nostra e delle mie cugine, figlie della sorella e amate come figlie sue.
Sono sicura che ha capito. E per questo mi ritengo fortunata, nonostante il dolore, almeno l'ho potuta abbracciare e baciare un'ultima volta, le ho potuto far risentire tutti noi e, nonostante la situazione, so che queste cose le ha sentite.
Ma gli ultimi momenti è stata sola, questo mi logora ma, appunto, è già stato tanto averla potuta salutare e abbracciare un'ultima volta.
Mi ripeto: trovate il tempo per del tempo da passare con i vostri genitori, non è mai abbastanza.
Vi prego di non commentare con RIP o che la terra le sia lieve. Mi fanno vomitare e cancellerò. Meglio nulla.
08/05/2021
Un anno.
C'è poco da fare, certi giorni fanno più male di altri.
Rivivo momento per momento quei giorni, uno stillicidio di ricordi, il vortice in cui siamo precipitati.
Le attese, le speranze, la disperazione.
La notte aspettavo "quella" telefonata che è arrivata alle 1:58. L'attimo in cui ho guardato il cellulare prima di rispondere, l'anticipare la notizia all'infermiera che mi ha chiamato.
La telefonata a mio fratello, non riuscivo a dirlo. È stato lui, al mio silenzio di lacrime, a dire: è tutto finito... poi ho chiamato mia cugina, anche con lei non c'è stato bisogno di parole, lei che già aveva vissuto quel dolore.
Per carità, con la mamma avevamo un rapporto direi unico, a prescindere dal fatto che era la mia mamma, era davvero speciale per tutti, ne ho avute dimostrazioni e conferme continue in questo anno da racconti di suoi, ormai inevitabilmente pochi, vecchi amici.
L'unica persona che sapeva tutto di me, cose belle e brutte, tutto.
L'unica con la quale mi aprivo totalmente, non c'è amico o compagno che tengano. E mi manca tanto anche condividere con lei tutto, quante volte mi viene: ora lo dico alla mamma!
Sempre la parola giusta, il suo portarmi a riflettere, anche un suo solo sguardo che mi dava soluzioni e forza. Tanta.
E, oltre ai suoi consigli mi manca terribilmente non poterla più abbracciare, coccolarmela e farmi coccolare. Manca una parte di me, insostituibile.
E certi dolori cambiano. Tanto.
Nulla è più la stessa cosa.
Non so dove vada a finire il dolore. Ovviamente si trasforma, si riesce a collocare da qualche parte ma è sempre in agguato per tornare fuori inesorabile.
Un dolore che non passerà mai.
Mai.
Forse è bene ?non pensare?, ma il pensiero va lì inevitabilmente spessissimo e, come dice una canzone che amo molto (anche se parla di altro!!):
"Spalanca il tempo improvvise voragini
A fare ancora di questa vita un'altra vita"
Ed è quello che si fa dopo dolori esorbitanti.
"Voragine" è la parola che più ha accompagnato questo mio dolore.
Ed ho imparato, come da altre esperienze, a ricominciare un'altra vita dove però lei è sempre e comunque presente nei pensieri, nelle azioni, in tutte le piccole e grandi cose.
Ma niente è più la stessa cosa.
Sono stata fortunata ad averla come mamma e, comunque, a godermela per tanti anni.
Ed arrivano anche dei sorrisi di tenerezza a pensare alla sua ironia, alla sua ingenuità, alla sua pazienza, alla sua determinazione, alla sua forza.
A volte mi sento infantile a soffrire ancora così tanto ma, anche da grandi, la mamma resta sempre la mamma.
La persona a cui ci si aggrappa, il nome che si chiama nei momenti difficili, il pilastro che ci ha sempre sostenuto la cui mancanza rischia di farci crollare.
Ma la forza dell'amore che c'è stato, ci fa restare in piedi.